Nei giorni scorsi è stato pubblicato il QS World University Ranking 2012-2013, la classifica delle migliori 700 università al mondo pubblicata ogni anno da Quacquarelli Symonds (QS).
Quest’anno è il Massachusetts Institute of Technology (MIT) a risultare al primo posto nella prestigiosa classifica….e le università italiane?
Nei giorni scorsi è stato pubblicato il QS World University Ranking 2012-2013 LINK, la classifica delle migliori 700 università al mondo pubblicata ogni anno da Quacquarelli Symonds (QS).
La graduatoria è stilata in base a sei indicatori tra i quali l’impatto della ricerca, il rapporto studenti/professori, la proporzione di studenti internazionali rispetto al totale. L’edizione 2012-2013 ha fatto registrare il record nel numero di paesi con almeno un’università in classifica (72), il che rappresenta una conferma della consistente crescita della mobilità internazionale degli studenti.
Quest’anno è il Massachusetts Institute of Technology (MIT) a risultare al primo posto nella prestigiosa classifica, a seguire l’Università di Cambridge, scesa al secondo posto, mentre il terzo posto è occupato dall’Harvard University (sempre prima dal 2004 al 2009).
La prima università italiana è Bologna, 194esima, che però continua a perdere posizioni (era al posto 183 lo scorso anno e al 176 due anni fa). Stesso andamento per la seconda classificata delle italiane La Sapienza di Roma, 216esima. Nel 2011 era al numero 2010 e l’anno prima al 190.
In calo Firenze e Pavia che scendono sotto soglia 400. Migliora Roma Tor Vergata, che passa da 380ma a 336ma, come le milanesi Politecnico (da 277mo a 244mo e con un trend positivo che negli ultimi 8 anni gli ha fatto guadagnare ben 115 posizioni) e Statale (da 275ma a 256ma). L’Università di Bari entra, per la prima volta, nella top 600.
Il QS World University Ranking suddivide, inoltre, le università anche per singola area disciplinare, individuandone 5: Arts & Humanities, Engineering and Technology, Life Sciences e Medicines, Natural Sciences, Social Sciences & Management.
In proposito, segnaliamo che il Politecnico di Milano si conferma al 48° posto nell’area disciplinare dell’Engineering and Technology: è la prima università italiana nella storia dei rankings QS a entrare tra le 50 migliori università tecnologiche del mondo. Si conferma al numero 46 l’Università Bocconi nell’ambito delle Social Sciences & Management.
Infine, nonostante le continue pressioni finanziarie, le istituzioni italiane seguitano a produrre eccellenza nell’ambito della ricerca. Sei università figurano tra le prime duecento al mondo in questo indicatore e 15 in totale hanno migliorato il loro punteggio rispetto al 2011.
In sostanza, per l’Italia un quadro certamente non esaltante, che fa i conti con una situazione finanziaria poco favorevole e che vede una continua erosione delle risorse destinate all’Università. Questo aspetto, unitamente a una orgogliosa rivendicazione della sostanziale, benché a rischio, tenuta del sistema, è lamentato da tutti i Rettori delle Università italiane in classifica.
Alla luce delle dinamiche emerse nell’elaborazione della graduatoria, se vorranno competere a livello globale, una delle sfide chiave per il futuro delle università italiane sarà attirare studenti internazionali: attualmente, infatti, nessuna figura nelle top 200 per l’indicatore della proporzione degli studenti internazionali rispetto al totale.
Giuseppe Circosta